Blue is Blue, 2024.
Ferro e blu egizio, cm 2 x 38 x 26

Die Kunst und der Raum, 2024.
Acciaio inox, paperclay, blu egizio, cm 56 x 38 x 26


Die Kunst und der Raum, 2024.
Acciaio inox, paperclay, blu egizio, cm 56 x 38 x 26

“Quanto più il blu è profondo, tanto più fortemente richiama
l’uomo verso l’infinito, suscita in lui la nostalgia della purezza
e infine del sovrasensibile”.

(Vassilij Kandinskij)

Le opere di Erica Tamborini confermano questo riconoscimento.

Blue is Blue è il ‘resto’ di un lavoro che si è sedimentato dentro un contenitore geometrico o è la base del pigmento Blu egizio dal quale nascerà un nuovo poliedro plastico di cui, al momento, è leggibile la sola traccia che ne determina la denominazione?

In accordo con Kandinskij, il Blu è “Splendore dell’Anima” per Rudolf Steiner perché è profondità e passaggio verso lo spirituale.
La polvere effimera del pigmento, il riverbero del Blu egizio, favoriscono l’individuazione della forma eterea della scultura invisibile che si innalza portando con sè la propria affermazione identitaria: “Blue is Blue”. Icona, emblema, simbolo del proprio dire, forma parlante e legame fra la materia e il concetto richiamati dal “fare arte” di Erica Tamborini che tenta di rendere visibile ciò che è oltre ogni possibile vedere.

Die Kunst und der Raum, è una serie di osservazioni e studi sulla forma che l’artista porta avanti dal 2010, ispirata dalla conferenza “Die Kunst und der Raum” di Martin Heidegger del 1964, in cui il filosofo tedesco apre ad alcune considerazioni riguardanti l’essere, l’arte, nello specifico la scultura, e lo spazio, teorizzando che disporre una scultura nello spazio, non significa occupare tale luogo, ma piuttosto dilatarlo, arricchirlo, crearne di nuovo. Heidegger pone interrogativi: “Il corpo scolpito incorpora qualcosa. Lo spazio? La scultura è una presa di possesso dello spazio?” Questi sono problemi aperti a cui Erica Tamborini tenta di dare una possibile risposta nel suo ‘fare’, attribuendo a questo spazio una nuova vita.

Le sculture in mostra, esperimenti ancora in fieri secondanti numerologie musicali, sono in paperclay, materiale mai indagato prima d’ora dall’artista, e a suo dire materia ideale per conferire adeguata leggerezza e contrasto per accogliere al suo interno il fascino antico e nuovo del pigmento Blu Egizio. Le sculture sono costituite da sagome di profili composti nella geometria, in modo che il figurativo e l’astratto si mescolino.

 

Biografia

Erica Tamborini (Milano, 1988) è scultrice e performer formatasi dapprima all’Accademia di Belle Arti di Brera, poi in Storia e Critica d’arte all’Università degli Studi di Milano e negli U.S.A. Da anni porta avanti un innovativo open-project orientato al dialogo e alla contaminazione di situazioni e realtà culturali attraverso il gesto e la progettazione artistica per una nuova idea di arte. Proposte dell’artista sono: Energy of Space, 2019, una serie di eventi dedicati agli anniversari dell’allunaggio e della morte di Leonardo da Vinci realizzati presso Malpensa Airport, con il patrocinio dell’Agenzia Spaziale Italiana. Tale progetto ha ottenuto il premio Arte, Scienza e Coscienza dalla Fondazione Infinity, Principato di Monaco; Ritorno a Brera, 2018, una trilogia di eventi patrocinata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Lombardia coinvolgenti il quartiere di Brera, Milano, tra cui il Comando Militare di Palazzo Cusani, la Biblioteca Nazionale Braidense, l’Accademia di Brera, lo Studio Piero Manzoni. Nel 2016, per l’Università dell’Insubria, ha realizzato un progetto dedicato al valore emancipativo dell’arte donando all’Aula Magna un’opera. Inoltre, ha partecipato al forum internazionale Unity in Diversity, nel 2015, con una performance e un’opera oggi esposta nel Museo di

Palazzo Vecchio, Firenze. È stata invitata a partecipare alla Florence Biennale 2013. È presente in collezioni private e museali italiane come il Museo Arte Plastica di Castiglione Olona e internazionali tra cui Huawai, Hong Kong.