Piccola cascata, 2024
Vetrofusione, cm 12x40x25

Pietra filosofale, 2024
Vetrofusione, cm 7x45x45


Distacco dei continenti, 2024
Vetrofusione, cm 7x45x45

Un Viaggio nel Tempo e nello Spazio

La scultura in vetrofusione trascende il semplice concetto di materia per diventare, metaforicamente, un ponte tra passato e presente, tra storia e innovazione. L’inclusione della polvere e della materia solida “blu egizio” insieme alla sabbia del Sinai non è solo un omaggio a civiltà antiche, ma un dialogo tra culture e tempi diversi, unendo millenni di storia in un’unica, emozionante creazione.

Il “blu egizio”, noto per la sua profondità e luminosità, era un pigmento prezioso nell’antico Egitto, simbolo di divinità e eternità. Questa essenza, infonde nelle sculture a gran fuoco, una luce che sembra emanare dall’interno, come se ogni granello di polvere e ogni frammento solido raccontassero una storia millenaria. La sabbia del Sinai, con la sua carica simbolica e storica, aggiunge un ulteriore significato, evocando immagini di antiche carovane e paesaggi desertici che hanno visto il passaggio di innumerevoli generazioni.

La fusione di questi elementi crea un’opera profondamente evocativa. La trasparenza del vetro permette alla luce di giocare con i colori e le texture, creando riflessi e ombre che cambiano con il passare delle ore, rendendo la scultura viva e mutevole. È come se l’opera stessa respirasse, adattandosi e trasformandosi con il tempo e la luce.

Questi lavori rappresentano un racconto, complesso e stratificato. Le sculture non sono solo un oggetto ma un’esperienza, un invito a riflettere sulla nostra connessione con il passato e su come le tracce della storia continuino a influenzare il nostro presente. La poetica del lavoro risiede proprio nel tentativo di creare un dialogo tra tempi e luoghi diversi, unendo in un’unica opera la bellezza della materia e la profondità del significato di ogni singola forma.

Biografia

Giuliano Giuman nasce a Perugia nel 1944. La sua formazione è musicale. Inizia casualmente a dipingere nel 1964. Suo maestro è stato il pittore futurista Gerardo Dottori. Dopo una prima fase di formazione figurativa, dal 1972 al 1980 lavora sul tema dell’ombra in maniera concettuale. Nella sua ricerca artistica, oltre alla pittura, utilizza altre espressioni, quali la fotografia, la musica, l’istallazione e la performance. Dal 1981 concentra il suo lavoro sul rapporto tra pittura e musica ma nel 1985 inizia a lavorare su vetro che diventerà il supporto principale di caratterizzazione tecnica della sua arte. La ricerca del materiale vetro si conclude nel 2015 con una grande mostra antologica del vetro alla Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia. Dal 2017 le sue opere sono in sovrapposizione con olio su tela, vetro dipinto a  gran fuoco, fotografia e quasi sempre retroilluminazione. Ha vinto molti importanti concorsi nazionali per edifici dello stato Italiano. Dal 1998 al 2013 è stato docente di “Tecnica della vetrata” all’Accademia di Brera di Milano. Dal 2009 al 2012 è stato direttore dell’Accademia di belle arti “Pietro Vannucci” di Perugia, dove tra le altre cose, ha riaperto il museo e la gipsoteca ed ha iniziato la scuola di design. Ha tenuto oltre 100 mostre personali e 200 collettive, in musei, gallerie, spazi pubblici e privati in Europa e Stati Uniti.

Perugino, famoso in tutto il mondo anche per la capacità di coniugare due nobili arti per esprimere la sua creatività: la pittura e la musica.